Il mio dobson: Parte II

ritratto di Michele Peruzzo

a cura di Michele Peruzzo


Ricordate la storia della costruzione del mio primo Dobson? 

Il vecchio dobson

http://www.astronomia-euganea.it/drupal/content/il-mio-dobson-breve-storia-autocostruzione

Era l’estate 2006 e da allora molte stelle sono passate sopra le nostre teste e molte cose sono cambiate. Ora faccio anche fotografia astronomica ma la passione per l'autocostruzione non è mai passata.

Dopo aver usato lo strumento un paio d’anni  apprezzandone soprattutto la superba qualità ottica,  cominciai a non essere  più soddisfatto della montatura. Il bilanciamento e la fluidità dei movimenti, essenziali per poter  godere appieno delle stupende visioni che un diametro simile può regalare, non erano mai all’altezza costringendomi a continue correzioni per tenere l’oggetto nel campo dell’oculare , e questo, soprattutto  nelle serate pubbliche con decine di persone in coda per osservare, mi era diventato ormai insopportabile.  

Che fare? Modificarlo? Buttare tutto e ricostruirlo da zero? La cosa mi spaventava un po’.  Decisi come primo intervento di eliminare i perni dal movimento in altezza per passare ai semicerchi che sono più adatti  per dobson di questa mole e, aiutato dall’amico Paolo che lavora in una falegnameria con macchine a controllo numerico, ho apportato questa prima modifica e la situazione migliorò notevolmente.

dobdriver II

Nel frattempo però un altro tarlo mi rodeva: volevo motorizzarlo.  

L’unica soluzione per strumenti auto costruiti come il mio è questa http://www.tech2000astronomy.com/dobdriver/

io scelsi il modello DDR2-SYS con trasmissione a  cinghia per l’altitudine e lo installai così

dobdriver intallato      

I primi risultati purtroppo non furono lusinghieri: il movimento in azimuth funzionava bene ma in altitudine c’era troppo peso in gioco e i cuscinetti in teflon dove ruotano i semicerchi, perfetti per il movimento manuale perché facevano la giusta frizione, opponevano troppa resistenza e il motore non riusciva a muovere lo strumento.Dovevo alleggerirlo e creare dei movimenti molto più fluidi.

cella

 

Nacque così il mio secondo dobson.

Del vecchio salvai, ovviamente, gli specchi, il supporto del secondario, e poche altre cose,  come la cella del primario che però subì una drastica cura dimagrante.

 

Le parti in legno sono state completamente  rifatte. Ridisegnate e tagliate con una precisione  al decimo di millimetro, utilizzando vari spessori   per abbattere il peso il più possibile.

 

pezzi

 

  

   Al posto dei pattini in teflon ho usato delle pulegge con cuscinetti a sfera e questo rende il movimento in altitudine leggero come una piuma

 

     pulegge

 

 

 

 

 

 

 

new

 

 

 

 

 

 

  

 

 Da allora non l’ho più modificato, l’ho solo verniciato per renderlo più “elegante”: cosa si può pretendere di più per l’osservazione visuale? E’ uno strumento che si smonta e una persona lo può gestire e trasportare in un’auto media, si monta in pochi minuti, ha un sistema di puntamento passivo che non sbaglia un colpo ed ora ha anche dei motori che, usati a dovere, tengono gli oggetti nel campo anche a 200/300 ingrandimenti.

 

   Secondo me il massimo!

 

 

Un ringraziamento a Paolo Tasca per il decisivo aiuto e supporto, e un plauso alla Tech2000 http://www.tech2000astronomy.com/ che senza battere ciglio e gratuitamente mi ha sostituito un motore che aveva dei problemi.

 

Michele Peruzzo

 

Alcuni dettegli del dobson

 

frizione azimuth

 

 

  La frizione ed il motore in azimuth

 

 

 

 

 

 

 

 

motore

 

 

Il motore di altitudine col sistema per

tendere la cinghia

 

 

 

 

 

 

 

impianto

  l'impianto elettrico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sotto

 

 

la base vista da sotto

 

 

 

 

 

 

 

 

lato

 

 

 

  la base completa